Costanzo Sforza signore di Pesaro e condottiero
Costanzo Sforza 1447-1483
Costanzo Sforza si trovò spesso ad affrontare il cugino Roberto Sanseverino, chi dei due uomini d'arme ebbe maggior fortuna? Scopritelo leggendo il libro “Roberto Sanseverino condottiero del rinascimento italiano tra arte militare e politica”. Intanto con questo articolo mi permetto di proporvi una biografia "compatta" di questo importante Signore e condottiero.
Secondogenito dopo Battista di Alessandro Sforza e Costanza
da Varano, Alessandro nacque a Pesaro il 5 luglio 1447. La madre morƬ di parto
pochi giorni dopo.
Mentre il padre era impegnato nella sua attivitĆ di condottiero visse la sua
prima infanzia con la matrigna Sveva Montefeltro a Pesaro, per poi passare dal
1457 alle cure dei diversi governatori a cui fu affidata la conduzione della
cittĆ in assenza di Alessandro.
A seguito dell’epidemia di peste scoppiata in cittĆ tra il
1462 e il 1463 si rifugiò dalla sorella Battista presso la corte di Urbino. GiĆ
dal 1463 al suo rientro in cittĆ lo vediamo per la prima volta impegnato in
attivitĆ militari contro Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Nel 1464 fu inviato dal padre a Milano alla corte dello zio
Francesco Sforza dove ebbe modo di conoscere il cugino e futuro duca Galeazzo Maria.
Rientrato a Pesaro nel 1466 iniziò una relazione con Fiore
di Ugolino Boni, dalla quale nacque Giovanni. La sua amante qualche anno dopo diede
al modo il secondogenito Galeazzo.
Nel 1467 lo ritroviamo come condottiero affermato con la sua
prima condotta al servizio della Repubblica di Venezia.
Questo lo portò a scontrarsi con gli interessi del cugino prima durante la
battaglia della Molinella che nel luglio 1467 vide contrapposte Firenze, Milano
e Napoli a Roma e Venezia.
Lo Sforza fu catturato durante gli scontri dalle milizie del cognato Federicoda Montefeltro, che lo rimise in libertà alla fine della stessa giornata. Subì
poi un ulteriore sconfitta a Mulazzano nel maggio 1468, durante la guerra di
successione per il controllo di Rimini in seguito alla morte di Sigismondo
Pandolfo Malatesta che vide contrapporsi l’esercito milanese e napoletano
guidato da Federico da Montefeltro all’esercito veneto-pontificio guidato da
Alessandro e dal padre.
Licenziato da Venezia nel 1470 ottenne una condotta della
Chiesa che lo impegnò a proteggere i suoi possedimenti e i confini pontifici
dalle mire espansionistiche di Venezia.
Con la morte del padre nel 1473, ricevette la conferma del
vicariato di Rimini da parte di Sisto IV.
Lo stesso papa un anno dopo approvò l’unione tra Alessandro e Cubella (più
conosciuta come Camilla) Marzano d’Aragona, figlia del principe di Rossano e
nipote del re di Napoli. Il matrimonio si svolse a Pesaro tra il 26 e il 30
maggio e furono caratterizzate da una sontuosa cerimonia.
Negli anni successivi lo Sforza si distinse per una politica
contradditoria nei confronti del Papa e del Re di Napoli, appoggiandone le
attivitĆ militari in maniera poco convincente.
Nel 1479 Costanzo siglò una condotta con la Lega tra Firenze
e Milano per intervenire nella campagna militare in Toscana, lasciando il
servizio con il re di Napoli, tra accuse e controaccuse, e subendo anche la
scomunica di Sisto IV. Dopo la sconfitta di Poggio Imperiale e la pace che ne
conseguì lo Sforza divenne obiettivo della vendetta del Papa che infiammò la
Romagna e le Marche, il pericolo rientrò in seguito alla conquista turca della
cittĆ di Otranto.
Alessandro si riappacificò con il papa in seguito al pagamento del dovuto censo
e ottenne il rinnovo del vicariato.
Divenuto capitano generale delle truppe sforzesche ricevette
nel 1480 il bastone del comando che era stato dello zio Francesco.
Nel 1482 con il titolo di governatore e luogotenente generale delle terre sotto
il Po e tra Ticino e Po fu chiamato a risolvere la ribellione del cugino Roberto
Sanseverino a cui seguƬ una campagna militare poco convincente contro Piero
Maria Rossi.
Durante la Guerra del Sale si distinse nella difesa di
Ferrara dove, alla morte di Federico da Montefeltro, pretese il comando delle
truppe. All’arrivo di Alfonso d’Aragona che prese il comando delle truppe
abbandonò il campo di Argenta.
Passato al servizio dei veneziani ottenne l’immediata
scomunica da Sisto IV.
MorƬ il 19 luglio 1483 forse a causa di un avvelenamento, a
causa della scomunica fu sepolto presso S. Giovanni Battista di Pesaro dopo
quasi due mesi grazie all’intervento di Pandolfo Collenuccio che ottenne dal
papa un breve ad hoc.
Gli successe il figlio naturale Giovanni Sforza.
Testo Eugenio Larosa
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