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Francesco Sforza duca di Milano

 Francesco Sforza duca di Milano zio di Roberto Sanseverino

Francesco Sforza, Duca di Milano

Roberto Sanseverino nella sua vita ha condiviso la sua fortuna e sfortuna con molti dei più famosi personaggi del ‘400 italiana, lo zio Francesco Sforza fu per lui una guida nella sua formazione militare  e un'esempio che cercò per tutta la vita di raggiungere. 

Uno dei personaggi che trovate nel libro “Roberto Sanseverino condottiero del rinascimento italiano tra arte militare e politica” a cui non ho potuto dedicare una descrizione biografica che ho invece deciso di riproporvi su questo sito in versione compatta.

Francesco Sforza nacque il 23 luglio 1401 in una terra di confine tra Firenze e Siena, figlio illegittimo di Giacomo Attendolo, il celebre condottiero noto come Muzio Attendolo Sforza. 

Cresciuto tra le corti e i campi di battaglia, Francesco si forgiò come guerriero già da giovane, accompagnando il padre a Napoli per servire il re Ladislao. Fu proprio lì che, a soli undici anni, ricevette il titolo di conte di Tricarico, preludio di una vita dedicata alle armi e al comando.

Dopo la tragica morte del padre nel 1424, annegato durante uno scontro con l’eterno rivale Braccio da Montone, Francesco raccolse l’eredità paterna e si fece avanti come capo della compagnia di Muzio.

 Da allora, la sua vita fu una danza tra alleanze e battaglie, tanto da condurlo a legare il suo destino al potente duca di Milano, Filippo Maria Visconti. 

In questa turbolenta relazione con il Visconti, Francesco giocò abilmente le sue carte, passando alternativamente da alleato a nemico. Fu proprio durante una tregua con Milano che, nel 1441, sposò l’unica figlia del duca, Bianca Maria Visconti, in un’unione che combinava passione e politica.

Il matrimonio con Bianca Maria non solo rafforzò il suo legame con Milano, ma segnò il destino del ducato. 

Conquistato il titolo di duca di Milano nel 1450 dopo una serie di complesse manovre diplomatiche e militari, Francesco Sforza si insediò nella città, dove fece costruire il Castello Sforzesco sui resti di Porta Giovia, distrutta anni prima. 

Nonostante le sfide e i complotti, Francesco tenne saldo il controllo, governando con saggezza e fermezza, sostenuto dall’alleanza con Firenze e dalla Pace di Lodi, firmata nel 1454.

Accumulando potere e prestigio, divenne una figura di spicco nel panorama politico italiano. «Francesco per li debiti mezzi, e con una sua gran virtù, di privato diventò Duca di Milano» scrisse Machiavelli, che lo celebrò come esempio di un governante che, grazie alla sua abilità, aveva saputo conquistare e mantenere il potere. 

Il suo ducato prosperò, arricchendosi di canali e opere pubbliche, come l’Ospedale Maggiore, e Francesco stabilì una corte rinascimentale con un’efficiente rete diplomatica.

Tuttavia, gli anni e le guerre lo indebolirono: afflitto da gotta e idropisia, morì l'8 marzo 1466. 

La moglie Bianca Maria vegliò il suo corpo per due giorni, e Francesco fu sepolto nel Duomo di Milano, lasciando il ducato nelle mani del figlio Galeazzo Maria. 

La sua eredità restò, scolpita nella storia d’Italia e nel cuore di coloro che, come Roberto Sanseverino, videro in lui un esempio di coraggio e ambizione.

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