La Battaglia della Molinella Riccardina 1467
Uno dei fatti storici di cui si parla nel mio libro intitolato "Roberto Sanseverino condottiero del rinascimento italiano tra arte militare e politica", è la Battaglia della Molinella Riccardina, che ebbe luogo nel lontano 1467.
La battaglia della Riccardina (o della Molinella) è l'epilogo di una serie di atti militari compiuti da Bartolomeo Colleoni, licenziato da Venezia di cui era il Capitano Generale, per appoggiare la fazione avversa ai Medici esiliata da Firenze.
In verità lo scopo principale del Colleoni e di Venezia era quello di rompere l’equilibrio
di forze che dopo la Pace di Pavia del 1454 pendeva a sfavore della Repubblica veneta.
Il licenziamento del Colleoni rimase agli occhi
di tutti un atto formale della Serenissima. per evitare di compromettersi direttamente
in una guerra che avrebbe comunque supportato sia economicamente che attraverso le sue alleanze in terra romagnola.
In tal modo, data l’abbondanza dei mezzi finanziari, il
prestigio personale del condottiero e il favore di Venezia, sotto i vessilli di
Bartolomeo si unirono Ercole d'Este fratello di Borso Duca di Ferrara,
Alessandro Sforza signore di Pesaro, Pino degli Ordelaffi signore di Forlì, i
signori di Carpi e Galeotto Pico della Mirandola.
Bartolomeo Colleoni poteva così disporre di circa 13.000 uomini,
di cui 3.000 cavalieri, 2.000 fanti e 500 balestrieri della sua compagnia. Alessandro
Sforza suo generale in seconda era al comando di 1.000 cavalieri, Ercole d’Este
era al comando di altri 1.000 cavalieri e lo stesso numero di fanti, mentre i
condottieri minori portavano in dote quasi 6.000 cavalieri.
La Repubblica Fiorentina venuta a conoscenza dei movimenti
del Colleoni chiese aiuto al novello Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, al Re di Napoli Ferdinando d'Aragona e al Bentivoglio signore di Bologna, ingaggiando come capitano generale di questa Lega il duca di Urbino, Federico da Montefeltro.
Agli ordini del Montefeltro c’erano i suoi 2.000 cavalieri e
i suoi 1.000 fanti, i soldati del Re di Napoli e del Papa, 4.000 in tutto, capeggiati
da San Severino e dall’Orsini, altri 4.000 bolognesi agli ordini di Giovanni II
Bentivoglio (il cui impiego in battaglia rimane incerto). Oltre a questi sotto
al comando di Galeazzo Maria Sforza vi erano, quarantadue squadre di cavalieri
e fanti.
Anche da questa parte ci si avvicinava,
e forse si superavano, le 14.000 unità .
Il Colleoni sceso in Romagna nel maggio del 1467 grazie al
favore del Duca di Ferrara occupò per primo i castelli di Bubano e di Bagnara
di Romagna ai danni di Taddeo Manfredi; liberando poi Mordano dall'assedio
postovi dalle milizie sforzesche.
Si accampò sotto Imola per porla sotto assedio: respinto dai difensori, portò il suo accampamento tra Faenza, Cotignola e Castel Bolognese.
Nel frattempo il Montefeltro radunò le forze presso l’Idice, dove venne raggiunto da 42 squadre di uomini d’arme e da molti fanti condotti da
Galeazzo Maria Sforza e dagli aragonesi (altri 2000 cavalli).
Il Colleoni postandosi verso Solarolo cercò di sorprendere le
truppe della Lega guidate da Federico da Montefeltro, accampate tra Bologna e
Imola.
Ne seguì una serie di piccole scaramucce tra le
avanguardie delle due parti. Il Colleoni arrivò a Cantalupo Selice alle porte di Imola, spostandosi poi nei pressi di Medicina dove mise a sacco tutto il contado, ponendo infine il campo a Castel Guelfo.
Nella notte precedente il 25 luglio 1467 tolse il campo e a marce forzate si incamminò verso Molinella per trovare un guado attraverso il fiume Idice per poi sorprendere le truppe della Lega. In tarda mattinata verso mezzogiorno un avanguardia comandata da Alessandro Sforza attraversò il fiume Idice per creare una testa di ponte e proteggere il guado del grosso dell’esercito.
Il Montefeltro avvisato dalle sue vedette della presenza
dello Sforza presso il guado inviò contro di lui le cavallerie guidate da Roberto
Sanseverino sotto condotta fiorentina, il cavalier Orsini, seguiti dalla
fanteria napoletana del barone della Torrella furono incaricati di respingere
il nemico.
Si trovarono a scontrarsi tra di loro il Sanseverino e lo zio Alessandro Sforza, l’esuberanza del giovane condottiero contro l’esperienza del veterano.
Scopri l’intera storia e il ruolo di Roberto Sanseverino in questo epico scontro nel libro di Eugenio Larosa "Roberto Sanseverino condottiero del rinascimento italiano tra arte militare e politica".
Bibliografia
"Storia delle compagnie di ventura in Italia" di Ercole Ricotti, Volume 3
"Vita e fatti di Federigo di Montefeltro, duca di Urbino" di Bernardino Baldi
"La vita di Bartolomeo Colleoni" di Bortolo Belotti
"Sigismondo Pandolfo dei Malatesti e Federigo da Montefeltro. Vita parallela di due Condottieri." Di Pierluigi Romeo Di Colloredo
Testo e ricerca storica Eugenio Larosa
#BattagliaDellaMolinella #RobertoSanseverino #BartolomeoColleoni #RinascimentoItaliano #CompagnieDiVentura #Condottieri #StoriaMilitare #AlessandroSforza #GuerreItaliane #EugenioLarosa
Inserisci un Commento